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C’hanno provato a rovinargli la festa. Saluti romani e slogan contro i gay urlati da un gruppetto di Forza Nuova nel bel mezzo del raduno omosessuale, a piazza Esedra. Ma la musica non s’è fermata, e nemmeno i balli, per un paio d’ore l’allegria ha sfilato per le strade del centro nonostante tutto, e quella provocazione che per qualche minuto ha fatto tremare manifestanti e agenti alla fine viene liquidata con un sorriso dal presidente del Circolo Mario Mieli, Massimo Mazzotta, «complimenti per il coraggio». Il corteo non s’è ancora mosso, sono quasi le 5, ma la piazza è già un palcoscenico per la brasiliana con gli occhi bianchi, i capelli arancioni e il rossetto verde, per Babi e Vatusi, vestite da spose di Rio, per Sabrina, cubista triste in nero, per Carla con i rubini sulle guance, per Thelma con i capelli argento, e anche per Marco, infermiere di Genzano, che la sua faccia non l’esibisce, ma la nasconde, una benda intorno alla testa che lascia scoperti solo gli occhi. I turisti fotograno e riprendono, «siamo a piazza Esedra, questo è il Gay Pride». I ragazzi di Forza Nuova sono già lì, ma nessuno li nota fino a quando non srotolano uno striscione: «La vostra cultura è contro natura». E cominciano a urlare slogan, alzano le braccia in segno di saluto romano, salgono sui bordi della fontana per farsi vedere meglio. Dalla folla partono insulti, i poliziotti portano via i provocatori, loro continuano a urlare «Boia chi molla», la gente gli grida dietro «vergognatevi». Quelli di Forza Nuova lasciano la piazza su un furgone dei carabinieri. Prima d’andar via uno di loro parla: «Diciamo no a questo scempio. Dov’è la Casa delle libertà che dice di difendere le famiglie italiane? Sappiano di una richiesta per un pedopride presentata in Questura, bisogna smetterla». I sette fermati dalla Digos verranno denunciati per manifestazione non autorizzata. Protesta Forza Nuova: «Si permette la violazione delle leggi morali, naturali e del comune senso della decenza e si reprime duramente chi come noi difende il diritto di natura e la famiglia tradizionale».
Eppure sarebbe importante che i politici ci fossero, a due giorni dall’approvazione del decreto legge sulle discriminazioni sul lavoro, che dovrebbe abolirle, e invece dicono, i manifestanti, le introduce. «Andrebbe reso carta straccia dalla Corte Costituzionale», protesta Edoardo Del Vecchio, consigliere provinciale Ds. Franco Grillini, parlamentare diessino: «Sarebbe stato opportuno per i politici farsi vedere». Imma Battaglia, una delle leader del movimento, è preoccupata: «Il pericolo oggi è per i gay, domani l'allarme sarà per chiunque». Massimo Mazzotta, «la lista delle rivendicazioni della popolazione G.L.B.T. s’è allungata». Si finisce a piazza Venezia, è stata festa, nonostante tutto. |